Ashotsk

Ospedale "Redemptoris Mater" di Ashotsk

L'Armenia, confinante con la Georgia, ha una superficie di 30.000 kmq. e 2.500.000 abitanti. È un Paese montano con un clima che in inverno raggiunge punte fino a -40° e in estate punte fino a +40°.
Il 7 dicembre 1988 un terremoto ha provocato la morte di più di 100.000 persone. Per dare un aiuto concreto alla popolazione cosi duramente colpita da questa calamità, la Caritas Italiana costruisce un ospedale, che sarà poi donato dal Papa al popolo Armeno, nel villaggio di Ashotsk (paese montano che dista 170 km. da Yerevan e 11 km. dal confine georgiano). Vengono inoltre costruiti alcuni ambulatori in altrettanti villaggi dell’altopiano e 4 scuole in 4 villaggi.

Nel 1993 lo Stato Armeno, mediante la firma di una convenzione, affida all'Ordine Camilliano la gestione sia dell'ospedale di Ashotsk (che si chiamerà Ospedale Redemptoris Mater) che dei 4 ambulatori dei villaggi di Ashotsk (presso l'ospedale), Sanar, Toros e Gasancì. Nel 2000 il Ministero della Giustizia della Repubblica Armena riconosce e approva lo Statuto della Fondazione Umanitaria S.Camillo. Nel 2001, con decreto del Governo Armeno, l'Ospedale Redemptoris Mater di Ashotsk e i 22 ambulatori, che sono ora ad esso collegati, passano in proprietà alla Fondazione Umanitaria S.Camillo, che ne segue anche la gestione, in piena autonomia e responsabilità, per conto dello Stato.
Con una disponibilità di 110 posti letto, esso è al centro di un sistema sanitario che copre 25 villaggi. La popolazione del distretto sanitario è di circa 15.000 persone, ma all'ospedale giungono pazienti dalla vicina Georgia e da ogni parte dell'Armenia: è l'unico ospedale regolarmente funzionante che eroga un'assistenza qualificata e gratuita. Gli ambulatori, che sono situati in 22 diversi villaggi, fanno parte di un sistema sanitario che vede l’ospedale Redemptoris Mater, da cui dipendono, come fulcro operativo e gestionale. Vengono effettuate annualmente circa 17.000 consultazioni.
I Camilliani in Armenia prestano, poi, la loro opera a domicilio, nelle case private, entrando così in contatto con realtà al di là dell’immaginabile, con situazioni di miseria assoluta, con persone che vivono in condizioni inumane, contesti in cui il carico enorme di questa povertà senza speranza pesa in particolar modo sulle donne, che spesso si sobbarcano da sole il difficile compito di sostentare la famiglia, sui bambini e sugli anziani. Per cercare di rendere un po’ meno devastante questa situazione, i religiosi Camilliani e i volontari che li affiancano, portano cibo, medicinali, indumenti, danaro per il riscaldamento o per l’affitto, e quant’altro possa essere di importanza vitale per la sopravvivenza della famiglia.

Alcune foto dell'ospedale scattate nelle nostre precedenti visite

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